Le (nuove) frontiere della sicurezza
Intervista a DAVIDE SCOTTI, segretario generale della Fondazione Leadership in health and safety. Il 31 gennaio Scotti terrà un seminario sul tema a Palazzo Stella.
Funziona così un po’ in tutte le cose: dove manca la consapevolezza, dove non c’è piena adesione a una certa prospettiva, dove la virtù è affidata a obblighi e divieti, i risultati non sono mai completamente soddisfacenti. Quando invece c’è reale comprensione, allora i comportamenti virano naturalmente.
Il seminario di Confindustria Trento
Si intitola “Leadership in safety: nuove frontiere per la sicurezza in azienda” il seminario organizzato da Confindustria Trento il prossimo 31 gennaio: un evento innovativo dedicato alla Sicurezza sul lavoro come elemento della cultura di impresa. Il seminario nasce dall’iniziativa della Sezione Carta e Grafica di Confindustria Trento guidata da Giovanni Lo Presti e dal coinvolgimento di Fondazione LHS ed è rivolto a tutte le imprese associate: ai titolari, agli esperti e addetti alla sicurezza sul lavoro e alle risorse umane. Fondazione LHS è una organizzazione specializzata, no profit, che si rivolge al mondo dell’industria proponendo un metodo innovativo nella comunicazione della salute e della sicurezza, capace di incidere stabilmente sulla cultura delle persone in azienda.
In ogni momento, in ogni luogo, diventa abituale fare le cose in un modo nuovo: quello giusto. Con la stessa naturalezza accade di voler condividere: di voler raccomandare ad altri il metodo, il percorso, che ha avuto il merito di sensibilizzare, prima ancora che di educare, al cambiamento; portando, finalmente, al successo. È andata così: Giovanni Lo Presti, direttore industriale generale di Cartiere del Garda Spa, era alla ricerca di una risposta efficace che risolvesse, nelle pratiche quotidiane come pure nelle coscienze, l’approccio a salute e sicurezza. Si imbatte in “Leadership in Health and Safety”, un innovativo programma di cambiamento culturale, lanciato in Saipem e sviluppato con successo a partire dal 2007 dalla Fondazione Lhs. Il cambiamento – in azienda, ma non solo – è così radicale e repentino che Lo Presti, che è anche presidente della Sezione Carta e Grafica di Confindustria Trento, si chiede se non sia il caso di esportarlo. Di qui il primo passo: l’organizzazione di un evento dedicato alla sicurezza sul lavoro come elemento della cultura di impresa. Si intitola “Le (nuove) frontiere della sicurezza” ed è in programma a Palazzo Stella il prossimo 31 gennaio. A condurlo sarà Davide Scotti, segretario generale della Fondazione Leadership in health and safety. 41 anni, in Saipem dal 2005, ha contribuito allo sviluppo del programma Leadership in Health and Safety e ne ha gestito il roll out a livello globale.
Scotti, qual è la mission della Fondazione LHS?
La Fondazione è un’organizzazione no profit costituita allo scopo di promuovere attività di ricerca, programmi di formazione e campagne di informazione su salute e sicurezza. È stata costituita nel 2010 da Saipem esattamente con l’obiettivo di condividere in ambito industriale il programma di Leadership in health and safety: una metodologia messa a punto dopo più di un anno di studi volti a identificare gli strumenti più appropriati per comprendere e incidere sui comportamenti, incoraggiando quelli virtuosi e isolando quelli ritenuti dannosi in termini di sicurezza.
Finanziamenti agevolati per l’internazionalizzazione
Confindustria Trento ha presentato a Palazzo Stella i nuovi finanziamenti erogati da Simest alle imprese che esportano o che intendono sviluppare programmi di crescita verso l’estero. I finanziamenti agevolati, recentemente rifinanziati e rimodulati, possono coprire il 100% dei costi di internazionalizzazione, a un tasso fisso fortemente agevolato (0,085%). Le spese ammissibili riguardano in primo luogo gli studi di fattibilità che le imprese, in forma singola e aggregata, dovranno condurre per valutare l’opportunità di investire all’estero. Ma i finanziamenti sono destinati anche al sostegno alla realizzazione di strutture commerciali, alla partecipazione a fiere e mostre per promuovere l’attività sui mercati internazionali, alla patrimonializzazione delle Pmi esportatrici. Ammessi inoltre i programmi di assistenza tecnica per la formazione del personale operativo all’estero, oltre che i programmi di inserimento nei mercati extra Ue. Nel corso dell’appuntamento sono state illustrate dunque le modalità per accedere ai finanziamenti agevolati e le forme di affiancamento garantite alle aziende da parte dell’Associazione: Confindustria Trento è infatti in grado di supportare le aziende in tutto l’iter di richiesta fino alla definitiva erogazione
Qual è esattamente il significato di leadership in health and safety?
È un’espressione che racchiude una grande innovazione nel campo della salute e sicurezza sul lavoro, poiché ciò che si persegue è un cambiamento culturale: nelle aziende ma soprattutto nelle persone. Cambiare la cultura significa cambiare la prospettiva e l’atteggiamento con cui ciascuno affronta i compiti di ogni giorno, e questo interessa tutti, manager, operativi e operai. Che sono, prima ancora che lavoratori, uomini e donne con una vita privata, del tempo libero, una famiglia, una casa… Insomma, il nostro obiettivo è di contribuire anche alla crescita di una nuova cultura della salute e della sicurezza in ambito sociale.
Il programma di Leadership in Health and Safety diventa dunque un’occasione in cui si esprime la responsabilità sociale d’impresa?
L’industria è un luogo all’interno del quale si crea valore, ricchezza, occupazione. Ma è anche il luogo in cui matura, prima che altrove, una cultura della salute e della sicurezza all’avanguardia: per la loro stessa natura, stabilimenti e spazi produttivi sono il contesto ideale per
lo sviluppo di metodi e soluzioni realmente e completamente efficaci. Ecco allora che l’industria gioca un proprio ruolo sociale anche in questi aspetti, contribuendo alla crescita di una coscienza individuale e collettiva della sicurezza. Ed è giusto che la società percepisca e riconosca questo ruolo.
Nel presente, non è scontato che questo accada.
L’industria approccia la sicurezza a 360 gradi: sul piano degli adempimenti normativi, certificativi e formativi ma anche sul piano culturale, come detto più impattante sul breve e sul lungo periodo. Occasioni come il convegno di fine gennaio dicono molto del senso di responsabilità dell’impresa, che non si accontenta di adottare un modello virtuoso ma si impegna anche ad esportarlo, perché sia patrimonio della comunità. Lavoriamo dunque anche perché l’opinione pubblica, la popolazione, gli amministratori e i soggetti controllori approccino l’industria con la consapevolezza che essa è impegnata, oltre che nel rispetto delle norme e delle procedure, anche nella promozione culturale della sicurezza.
Intervista apparsa su trentinoindustriale.com